Oggi si è concluso il secondo “Concentramento” delle nostre atlete del Mini-Volley.
Il vederle giocare, sorridere per un punto fatto o una battuta che ha superato la rete, il vederle sostenersi e incitarsi a vicenda, consolandosi anche per un errore fatto che è costato il punto alla squadra, credo che sia il vero punto più alto del valore etico dello sport. E mi rammarico del fatto che con gli anni si perda questa purezza dello spirito e ci si perda nella più bieca ricerca del puro risultato anche a discapito dello spettacolo e del rispetto per l’avversario e delle regole.
A questo proposito è fresco il ricordo di quanto letto recentemente e cito testualmente:
“Lo sport professionistico non ha niente a che fare con il fair play, è collegato all'odio, alla gelosia, alla vanità, al disprezzo di tutte le regole, e al piacere sadico di vedere la violenza; in altre parole è una guerra senza pallottole” (“La fattoria degli animali” G. Orwell)
C'era un proverbio latino che suonava, “age quod agis', che tradotto
“Lo sport professionistico non ha niente a che fare con il fair play, è collegato all'odio, alla gelosia, alla vanità, al disprezzo di tutte le regole, e al piacere sadico di vedere la violenza; in altre parole è una guerra senza pallottole” (“La fattoria degli animali” G. Orwell)
C'era un proverbio latino che suonava, “age quod agis', che tradotto
vuole dire: “fa quello che fai”. Cioè, quando fai una cosa fai quella cosa lì, e in quella cosa lì che stai facendo mettici tutto te stesso; mettici la testa, il cuore, le mani, i sentimenti… mettici tutto quello che tu hai. Perché se una cosa la fai con tutto il tuo impegno, quella esperienza ti arricchisce, che tu ci riesca o che tu non ci riesca alla fine, che il risultato sia grande o piccolo questo è significativo, ma in tutti i modi se in quello che fai hai messo in gioco te stesso, alla fine sei diventato più grande. E credo si debba dire che quella è anche l'unica via umana alla gioia, alla felicità.
Ebbene, lo sport, da questo punto di vista, è una scuola straordinaria. Perché quando uno
gioca deve dimenticare tutto il resto, altrimenti non gioca bene. E alla fine - dopo che ha
sudato, ha faticato, ha avuto paura o desiderio -, quando ritorna dalla gara, si rende conto di
essere stato contento, di avere fatto qualche cosa per cui valeva la pena impegnarsi.
E se siete allenatori, e quindi avete a che fare con dei ragazzi, questo tenetelo presente:
- Dovete volere un bene immenso ai ragazzi e alla vita.
- Considerando la vita come qualche cosa di prezioso, che vale la pena vivere, e affrontare con il massimo di impegno e di speranza.
gioca deve dimenticare tutto il resto, altrimenti non gioca bene. E alla fine - dopo che ha
sudato, ha faticato, ha avuto paura o desiderio -, quando ritorna dalla gara, si rende conto di
essere stato contento, di avere fatto qualche cosa per cui valeva la pena impegnarsi.
E se siete allenatori, e quindi avete a che fare con dei ragazzi, questo tenetelo presente:
- Dovete volere un bene immenso ai ragazzi e alla vita.
- Considerando la vita come qualche cosa di prezioso, che vale la pena vivere, e affrontare con il massimo di impegno e di speranza.
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